Riabilitazione muscoloscheletrica
La riabilitazione muscoloscheletrica consiste nel trat-tare le svariate condizioni patologiche degenerative e traumatiche che colpiscono le strutture dell’apparato omonimo; ha come scopo prioritario il recupero delle capacità motorie, funzionali, sociali e in alcuni casi delle conseguenze psichiche che possono seguire ad uno stato di persistente condizione di inabilità con dolore. L’utilizzo di percorsi riabilitativi differenziati e spe-cifici, per le diverse patologie ortopediche, è ad oggi l’approccio più valido per raggiungere il massimo recu-pero funzionale e garantire la migliore qualità di vita. Compatibilmente con il grado di recupero raggiunto, il rapido reinserimento socio-familiare, scolastico e professionale-lavorativo del paziente rappresentano, nell’insieme, altrettanti e importanti scopi dichiarati della medicina riabilitativa.
Riabilitazione muscoloscheletrica
PATOLOGIE DELL'ANCA
Sono da inserire nell’ampio spettro delle possibili alterazioni dell’articolazione coxofemorale, con cause genericamente suddivise fra degenerative, infiammatorie, infettive, e la più frequenti traumatiche con conseguenti interventi dedicati di osteosintesi e sostituzione protesica.
La riabilitazione dei pazienti affetti da patologia di anca, presenta una variabilità di trattamenti dipendente dalla patologia primaria.
I piani di trattamento sono elaborati sulla base delle informazioni emerse dalla valutazione clinica e funzionale, nell’ambito dell’approccio multidisciplinare dove il servizio medico, le terapie fisioterapiche, ergoterapiche, e il servizio infermieristico sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
L’individuazione di un insieme di obiettivi risulta definirsi nell’ambito di un progetto, come base terapeutica sulla quale le figure professionali coinvolte possono nel contempo delineare una stima della durata della terapia e degli esiti attesi mediante un programma finalizzato.
Nel programma di cura vi sono le aree di intervento specifiche dei vari professionisti (fisioterapista, ergoterapista, infermiere, tecnico ortopedico, psicologo, assistente sociale), che definiscono gli obiettivi immediati o a breve termine aggiornati nel tempo dal team e rilevati da opportune scale di misura di esito che monitorano e certificano l’avanzamento del progetto.
Come ogni patologia che porta ad una perdita o riduzione del mantenimento in stazione eretta o della deambulazione, anche per le patologie di anca occorrerà delineare programmi che prevedano interventi di tipo attivo definiti nel ridurre le rigidità articolari, i processi involutivi della massa muscolare e dello schema corporeo; con obiettivi mirati alla diminuzione del sintomo, alla rapida ripresa funzionale, e alla reintegrazione del paziente nella vita sociale e lavorativa.
In linea generale le proposte di rieducazione possono essere elencate con:
La riabilitazione dei pazienti affetti da patologia di anca, presenta una variabilità di trattamenti dipendente dalla patologia primaria.
I piani di trattamento sono elaborati sulla base delle informazioni emerse dalla valutazione clinica e funzionale, nell’ambito dell’approccio multidisciplinare dove il servizio medico, le terapie fisioterapiche, ergoterapiche, e il servizio infermieristico sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
L’individuazione di un insieme di obiettivi risulta definirsi nell’ambito di un progetto, come base terapeutica sulla quale le figure professionali coinvolte possono nel contempo delineare una stima della durata della terapia e degli esiti attesi mediante un programma finalizzato.
Nel programma di cura vi sono le aree di intervento specifiche dei vari professionisti (fisioterapista, ergoterapista, infermiere, tecnico ortopedico, psicologo, assistente sociale), che definiscono gli obiettivi immediati o a breve termine aggiornati nel tempo dal team e rilevati da opportune scale di misura di esito che monitorano e certificano l’avanzamento del progetto.
Come ogni patologia che porta ad una perdita o riduzione del mantenimento in stazione eretta o della deambulazione, anche per le patologie di anca occorrerà delineare programmi che prevedano interventi di tipo attivo definiti nel ridurre le rigidità articolari, i processi involutivi della massa muscolare e dello schema corporeo; con obiettivi mirati alla diminuzione del sintomo, alla rapida ripresa funzionale, e alla reintegrazione del paziente nella vita sociale e lavorativa.
In linea generale le proposte di rieducazione possono essere elencate con:
- Tecniche di mobilizzazione manuale passiva eseguita dal terapista, o mediante uso di facilitatori articolari elettrici (Kinetech)
- Tecniche di posizionamento (per articolazioni irrigidite in caso di forte diminuzione dell’escursione di movimento) con uso manuale o mediante pesi progressivi applicati sull’arto considerato, o mediante apparecchi di posizionamento ortesi graduabili.
- Rafforzamenti muscolari attivi senza resistenza con supervisione del movimento da parte del terapista
- Attivo con resistenza esercitata manualmente dal terapista, o meccanica con uso di pesi, elastici o acqua in piscina.
- Esercizi terapeutici funzionali con scopo di reintegrazione graduale del paziente nei gesti della vita quotidiana di tutti i giorni svolti nei laboratori di ergoterapia.
- Rieducazione alla deambulazione coaudivata da uso integrato di ausili statici o elettronici computerizzati (deambulatori, bastoni, esoscheletro Lokomat) con supervisione del fisioterapista
- Riallineamento allo sforzo con impiego di diverse tecniche, ginnastica individuale o di gruppo rafforzamento muscolare con uso di macchine (bicicletta ergonomica, tappeto elettronico) o in ambiente acquatico(idrochinesiterapia).
- Tecniche di massaggio manuale del tessuto connettivale per determinare distensione generale e locale tissutale e antalgico, drenante linfatico con scopo di ridurre i liquidi eccedenti attraverso le vie linfatiche
- Terapia fisica con uso a scopo terapeutico di energie fisiche definite in calore, correnti elettriche, onde elettromagnetiche, ultrasuoni, campi magnetici, con effetti terapeutici sfruttati in un ampio ventaglio di patologie del sistema muscoloscheletrico.
TRAUMA CRANICO
La riabilitazione dei pazienti reduci da trauma cranico si basa su un lavoro interdisciplinare accuratamente coordinato. Il servizio medico, le terapie e le cure riabilitative sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
Un ruolo di primo piano spetta agli accertamenti dal punto di vista della riabilitazione, accertamenti che vengono effettuati sia dai medici, sia dai terapisti. Essi riguardano principalmente il movimento, le facoltà mentali (funzioni cognitive), la comunicazione (parola) e la gestione delle attività della vita quotidiana. Sulla scorta di queste informazioni si prendono le decisioni da cui vengono organizzati i programmi terapeutici.
I programmi terapeutici si fondano sul ricorso ai seguenti quattro settori specialistici: fisioterapia, ergoterapia, neuropsicologia e logopedia. In caso di necessità, l'assistenza data ai pazienti comprende parimenti un accompagnamento psicologico e una consulenza dietetica.
Il servizio sociale costituisce un elemento importante del progetto riabilitativo.
I singoli programmi vengono adattati individualmente alle esigenze attuali dei pazienti: in altre parole, anziché mettere in atto procedure standardizzate si realizzano percorsi terapeutici che sono oggetto di un continuo aggiornamento. I pazienti ricevono sempre un programma scritto, riveduto alla luce della loro situazione momentanea.
Di norma, il percorso riabilitativo poggia sui seguenti concetti terapeutici: ETC (Esercizio Terapeutico Conoscitivo secondo Perfetti Terapia neurocognitiva), metodo Bobath e metodo Kabat.
Un ausilio prezioso offerto anche dalla robotica, oggi con i robot Lokomat ed Erigo.
Solitamente si opta per combinazioni di approcci terapeutici: fra queste, risulta particolarmente promettente l'abbinamento fra la terapia neurocognitiva e la robotica.
In presenza di problemi particolari, quali ad esempio i dolori, la tendenza alle contrazioni e le paralisi permanenti, trovano applicazione terapie e interventi supplementari, ad esempio di natura ortopedica, in collaborazione con medici specialisti esterni.
Durante la loro degenza in clinica, i pazienti affetti da disturbi neurologici necessitano spesso di esami neurofisiologici finalizzati all'accertamento o al controllo del decorso. Fra questi rientrano gli esami elettroencefalografici, elettromiografici ed elettroneurografici, come pure i potenziali evocati.
Un ruolo di primo piano spetta agli accertamenti dal punto di vista della riabilitazione, accertamenti che vengono effettuati sia dai medici, sia dai terapisti. Essi riguardano principalmente il movimento, le facoltà mentali (funzioni cognitive), la comunicazione (parola) e la gestione delle attività della vita quotidiana. Sulla scorta di queste informazioni si prendono le decisioni da cui vengono organizzati i programmi terapeutici.
I programmi terapeutici si fondano sul ricorso ai seguenti quattro settori specialistici: fisioterapia, ergoterapia, neuropsicologia e logopedia. In caso di necessità, l'assistenza data ai pazienti comprende parimenti un accompagnamento psicologico e una consulenza dietetica.
Il servizio sociale costituisce un elemento importante del progetto riabilitativo.
I singoli programmi vengono adattati individualmente alle esigenze attuali dei pazienti: in altre parole, anziché mettere in atto procedure standardizzate si realizzano percorsi terapeutici che sono oggetto di un continuo aggiornamento. I pazienti ricevono sempre un programma scritto, riveduto alla luce della loro situazione momentanea.
Di norma, il percorso riabilitativo poggia sui seguenti concetti terapeutici: ETC (Esercizio Terapeutico Conoscitivo secondo Perfetti Terapia neurocognitiva), metodo Bobath e metodo Kabat.
Un ausilio prezioso offerto anche dalla robotica, oggi con i robot Lokomat ed Erigo.
Solitamente si opta per combinazioni di approcci terapeutici: fra queste, risulta particolarmente promettente l'abbinamento fra la terapia neurocognitiva e la robotica.
In presenza di problemi particolari, quali ad esempio i dolori, la tendenza alle contrazioni e le paralisi permanenti, trovano applicazione terapie e interventi supplementari, ad esempio di natura ortopedica, in collaborazione con medici specialisti esterni.
Durante la loro degenza in clinica, i pazienti affetti da disturbi neurologici necessitano spesso di esami neurofisiologici finalizzati all'accertamento o al controllo del decorso. Fra questi rientrano gli esami elettroencefalografici, elettromiografici ed elettroneurografici, come pure i potenziali evocati.
PATOLOGIE DELLA SPALLA
Le sindromi dolorose dell’arto superiore, costituiscono nello specifico del complesso articolare scapolo omerale uno dei maggiori problemi riferito dai pazienti soprattutto come espressione di dolore e limitazione del movimento articolare con compromissione delle autonomie.
Sono caratterizzate da un ampio spettro di cause genericamente suddivise fra degenerative, infiammatorie, infettive, e la più frequenti traumatiche con conseguenti interventi dedicati di osteosintesi e sostituzione protesica.
La riabilitazione dei pazienti affetti da patologia di spalla, presenta una variabilità di trattamenti dipendente dalla patologia primaria.
I piani di trattamento sono elaborati sulla base delle informazioni emerse dalla valutazione clinica e funzionale, nell’ambito dell’approccio multidisciplinare dove il servizio medico, le terapie fisioterapiche, ergoterapiche, e il servizio infermieristico sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
Nel programma di cura vi sono le aree di intervento specifiche dei vari professionisti (fisioterapista, ergoterapista, infermiere, tecnico ortopedico, psicologo, assistente sociale), che definiscono gli obiettivi immediati o a breve termine aggiornati nel tempo dal team e rilevati da opportune scale di misura di esito che monitorano e certificano l’avanzamento del progetto.
Come ogni patologia che porta ad una perdita o riduzione del movimento con alta componente dolorosa tipico delle patologie di spalla, occorrerà delineare programmi che prevedano interventi di tipo attivo definiti nel ridurre le rigidità articolari, i processi involutivi della massa muscolare e dello schema corporeo; con obiettivi mirati alla diminuzione del sintomo, alla rapida ripresa funzionale, e alla reintegrazione del paziente nella vita sociale e lavorativa.
In linea generale le proposte di rieducazione possono essere elencate con:
Sono caratterizzate da un ampio spettro di cause genericamente suddivise fra degenerative, infiammatorie, infettive, e la più frequenti traumatiche con conseguenti interventi dedicati di osteosintesi e sostituzione protesica.
La riabilitazione dei pazienti affetti da patologia di spalla, presenta una variabilità di trattamenti dipendente dalla patologia primaria.
I piani di trattamento sono elaborati sulla base delle informazioni emerse dalla valutazione clinica e funzionale, nell’ambito dell’approccio multidisciplinare dove il servizio medico, le terapie fisioterapiche, ergoterapiche, e il servizio infermieristico sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
Nel programma di cura vi sono le aree di intervento specifiche dei vari professionisti (fisioterapista, ergoterapista, infermiere, tecnico ortopedico, psicologo, assistente sociale), che definiscono gli obiettivi immediati o a breve termine aggiornati nel tempo dal team e rilevati da opportune scale di misura di esito che monitorano e certificano l’avanzamento del progetto.
Come ogni patologia che porta ad una perdita o riduzione del movimento con alta componente dolorosa tipico delle patologie di spalla, occorrerà delineare programmi che prevedano interventi di tipo attivo definiti nel ridurre le rigidità articolari, i processi involutivi della massa muscolare e dello schema corporeo; con obiettivi mirati alla diminuzione del sintomo, alla rapida ripresa funzionale, e alla reintegrazione del paziente nella vita sociale e lavorativa.
In linea generale le proposte di rieducazione possono essere elencate con:
- Tecniche di mobilizzazione manuale passiva eseguita dal terapista, o mediante uso di facilitatori articolari elettrici (Kinetech)
- Tecniche di posizionamento (per articolazioni irrigidite in caso di forte diminuzione dell’escursione di movimento) con uso manuale o mediante pesi progressivi applicati sull’arto considerato, o mediante apparecchi di posizionamento ortesi graduabili.
- Rafforzamenti muscolari attivi senza resistenza con supervisione del movimento da parte del terapista
- Attivo con resistenza esercitata manualmente dal terapista, o meccanica con uso di pesi, elastici o acqua in piscina.
- Esercizi terapeutici funzionali con scopo di reintegrazione graduale del paziente nelle attività della vita quotidiana svolti in ergoterapia.
- Rieducazione alla ripresa gestuale funzionale mediante metodica Neurocognitiva, in cui ricostruire le configurazioni motorie corrette con la rieducazione delle relazioni tra i diversi segmenti del corpo con obiettivo di recuperare la capacità di ricostruire le giuste configurazioni motorie.
- Riallineamento allo sforzo con impiego di diverse tecniche, ginnastica individuale o di gruppo rafforzamento muscolare con uso di macchine (bicicletta ergonomica, tappeto elettronico) o in ambiente acquatico (idrochinesiterapia).
- Tecniche di massaggio manuale del tessuto connettivale per determinare distensione generale e locale tissutale e antalgico, drenante linfatico con scopo di ridurre i liquidi eccedenti attraverso le vie linfatiche.
- Idrochinesiterapia come esperienza integrante di percezione del proprio corpo in una condizione di rilassamento, in cui valorizzare le residue competenze motorie favorito dall’ambiente microgravitazionale.
- Terapia fisica con uso a scopo terapeutico di energie fisiche definite in calore, correnti elettriche, onde elettromagnetiche, ultrasuoni, campi magnetici, con effetti terapeutici sfruttati in un ampio ventaglio di patologie del sistema muscoloscheletrico.
PATOLOGIE DEL GINOCCHIO
Sono caratterizzate da un ampio spettro di alterazioni dell’articolazione femoro tibiale, con cause genericamente suddivise fra degenerative, infiammatorie, infettive, e la più frequenti traumatiche con conseguenti interventi dedicati di osteosintesi e sostituzione protesica.
La riabilitazione dei pazienti affetti da patologia di ginocchio, presenta una variabilità di trattamenti dipendente dalla patologia primaria.
I piani di trattamento sono elaborati sulla base delle informazioni emerse dalla valutazione clinica e funzionale, nell’ambito dell’approccio multidisciplinare dove il servizio medico, le terapie fisioterapiche, ergoterapiche, e le cure infermieristico sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
Nel programma di cura vi sono le aree di intervento specifiche dei vari professionisti (fisioterapista, ergoterapista, infermiere, tecnico ortopedico, psicologo, assistente sociale), che definiscono gli obiettivi immediati o a breve termine aggiornati nel tempo dal team e rilevati da opportune scale di misura di esito che monitorano e certificano l’avanzamento del progetto.
Come ogni patologia che porta ad una perdita o riduzione del mantenimento in stazione eretta o della deambulazione, anche per le patologie di ginocchio occorrerà delineare programmi che prevedano interventi di tipo attivo definiti nel ridurre le rigidità articolari, i processi involutivi della massa muscolare e dello schema corporeo; con obiettivi mirati alla diminuzione del sintomo, alla rapida ripresa funzionale, e alla reintegrazione del paziente nella vita sociale e lavorativa.
In linea generale le proposte di rieducazione possono essere elencate con:
La riabilitazione dei pazienti affetti da patologia di ginocchio, presenta una variabilità di trattamenti dipendente dalla patologia primaria.
I piani di trattamento sono elaborati sulla base delle informazioni emerse dalla valutazione clinica e funzionale, nell’ambito dell’approccio multidisciplinare dove il servizio medico, le terapie fisioterapiche, ergoterapiche, e le cure infermieristico sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
Nel programma di cura vi sono le aree di intervento specifiche dei vari professionisti (fisioterapista, ergoterapista, infermiere, tecnico ortopedico, psicologo, assistente sociale), che definiscono gli obiettivi immediati o a breve termine aggiornati nel tempo dal team e rilevati da opportune scale di misura di esito che monitorano e certificano l’avanzamento del progetto.
Come ogni patologia che porta ad una perdita o riduzione del mantenimento in stazione eretta o della deambulazione, anche per le patologie di ginocchio occorrerà delineare programmi che prevedano interventi di tipo attivo definiti nel ridurre le rigidità articolari, i processi involutivi della massa muscolare e dello schema corporeo; con obiettivi mirati alla diminuzione del sintomo, alla rapida ripresa funzionale, e alla reintegrazione del paziente nella vita sociale e lavorativa.
In linea generale le proposte di rieducazione possono essere elencate con:
- Tecniche di mobilizzazione manuale passiva eseguita dal terapista, o mediante uso di facilitatori articolari elettrici (Kinetech)
- Tecniche di posizionamento (per articolazioni irrigidite in caso di forte diminuzione dell’escursione di movimento) con uso manuale o mediante pesi progressivi applicati sull’arto considerato, o mediante apparecchi di posizionamento ortesi graduabili.
- Rafforzamenti muscolari attivi senza resistenza con supervisione del movimento da parte del terapista
- Attivo con resistenza esercitata manualmente dal terapista, o meccanica con uso di pesi, elastici o acqua in piscina.
- Esercizi terapeutici funzionali con scopo di reintegrazione graduale del paziente nei gesti della vita quotidiana di tutti i giorni svolti nei laboratori di ergoterapia.
- Rieducazione alla deambulazione coaudivata da uso integrato di ausili statici o elettronici computerizzati (deambulatori, bastoni, esoscheletro Lokomat) con supervisione del fisioterapista
- Riallineamento allo sforzo con impiego di diverse tecniche, ginnastica individuale o di gruppo rafforzamento muscolare con uso di macchine (bicicletta ergonomica, tappeto elettronico) o in ambiente acquatico (idrochinesiterapia).
- Tecniche di massaggio manuale del tessuto connettivale per determinare distensione generale e locale tissutale e antalgico, drenante linfatico con scopo di ridurre i liquidi eccedenti attraverso le vie linfatiche
- Terapia fisica con uso a scopo terapeutico di energie fisiche definite in calore, correnti elettriche, onde elettromagnetiche, ultrasuoni, campi magnetici, con effetti terapeutici sfruttati in un ampio ventaglio di patologie del sistema muscoloscheletrico.
SINDROMI COMPLESSE DEL RACHIDE
Sono caratterizzate da un ampio spettro di fattori che intervengono sull’equilibrio delle singole unità funzionali vertebrali, molto spesso si assiste ad un ampia rappresentazione mista di fenomeni degenerativi, infiammatori locali e sistemici, e sempre più frequentemente da cause traumatiche, senza tralasciare la concomitante esistenza di elementi psicologici, sociali, e di stile di vita.
La riabilitazione dei pazienti affetti da dolore del rachide presenta una ampia variabilità di trattamenti dipendenti dalla presentazione clinica del paziente.
I piani di trattamento sono elaborati sulla base delle informazioni emerse dalla valutazione clinica e funzionale, nell’ambito dell’approccio multidisciplinare dove il servizio medico, le terapie fisioterapiche, ergoterapiche, e il servizio infermieristico, e psicologico sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
Nel programma di cura vi sono le aree di intervento specifiche dei vari professionisti (fisioterapista, ergoterapista, infermiere, tecnico ortopedico, psicologo, assistente sociale), che definiscono gli obiettivi immediati o a breve termine aggiornati nel tempo dal team e rilevati da opportune scale di misura di esito che monitorano e certificano l’avanzamento del progetto.
Tali sindromi portano come principale disfunzione il dolore con concomitante perdita di mantenimento della stazione eretta e della deambulazione.
Occorrerà delineare programmi che prevedano interventi di tipo attivo e passivo con uso di specifiche tecniche riabilitative dedicate al rachide. In cui raggiungere il giusto bianciamento muscolare utile per il ripristino della stabilità posturale della colonna e la conseguente riduzione della sintomatologia algica con una rapida ripresa funzionale, e reintegrazione del paziente nella vita sociale e lavorativa.
In linea generale le proposte di rieducazione possono essere elencate con:
La riabilitazione dei pazienti affetti da dolore del rachide presenta una ampia variabilità di trattamenti dipendenti dalla presentazione clinica del paziente.
I piani di trattamento sono elaborati sulla base delle informazioni emerse dalla valutazione clinica e funzionale, nell’ambito dell’approccio multidisciplinare dove il servizio medico, le terapie fisioterapiche, ergoterapiche, e il servizio infermieristico, e psicologico sono i pilastri su cui poggia il trattamento.
Nel programma di cura vi sono le aree di intervento specifiche dei vari professionisti (fisioterapista, ergoterapista, infermiere, tecnico ortopedico, psicologo, assistente sociale), che definiscono gli obiettivi immediati o a breve termine aggiornati nel tempo dal team e rilevati da opportune scale di misura di esito che monitorano e certificano l’avanzamento del progetto.
Tali sindromi portano come principale disfunzione il dolore con concomitante perdita di mantenimento della stazione eretta e della deambulazione.
Occorrerà delineare programmi che prevedano interventi di tipo attivo e passivo con uso di specifiche tecniche riabilitative dedicate al rachide. In cui raggiungere il giusto bianciamento muscolare utile per il ripristino della stabilità posturale della colonna e la conseguente riduzione della sintomatologia algica con una rapida ripresa funzionale, e reintegrazione del paziente nella vita sociale e lavorativa.
In linea generale le proposte di rieducazione possono essere elencate con:
- Tecniche di riprogrammazione posturale nell’ambito più globale del sistema muscolo scheletrico e sue interazioni per il coordinamento della postura statica e dinamica di equilibrio e coordinazione motoria.
- Tecniche di Neurodinamica rappresentate da un approccio di mobilizzazione manuale passiva dei tessuti neurali e delle strutture non neurali
- Tecniche secondo metodica Neurocognitiva in cui ricostruire le configurazioni motorie corrette con la rieducazione delle relazioni tra i diversi segmenti del corpo con obiettivo di recuperare la capacità di ricostruire le giuste configurazioni motorie
- Tecniche di rilassamento progressivo per ottenere la decontrattura muscolare con approccio riequilibrante psicofisico
- Tecniche psicologiche di gestione delle emozioni per l’implementazione di dialogo fra corpo e mente
- Rafforzamenti muscolari attivi senza resistenza con supervisione del movimento da parte del terapista
- Attivo con resistenza esercitata manualmente dal terapista, o meccanica con uso di pesi, elastici o acqua in piscina.
- Esercizi terapeutici posturali con scopo di reintegrazione graduale del paziente nei gesti della vita quotidiana di tutti i giorni svolti nei laboratori di ergoterapia, integrando l’aspetto informativo educativo del paziente.
- Rieducazione alla deambulazione coaudivata da uso integrato di ausili statici o elettronici computerizzati (deambulatori, bastoni, esoscheletro Lokomat) con supervisione del fisioterapista.
- Riallineamento allo sforzo con impiego di diverse tecniche, ginnastica individuale o di gruppo rafforzamento muscolare con uso di macchine (bicicletta ergonomica, tappeto elettronico) o in ambiente acquatico (idrochinesiterapia).
- Tecniche di massaggio manuale del tessuto connettivale per determinare distensione generale e locale tissutale e antalgico.
- Idrochinesiterapia come esperienza integrante di percezione del proprio corpo in una condizione di rilassamento, in cui valorizzare le residue competenze motorie favorito dall’ambiente microgravitazionale
- Terapia fisica con uso a scopo terapeutico di energie fisiche definite in calore, correnti elettriche, onde elettromagnetiche, ultrasuoni, campi magnetici, con effetti terapeutici sfruttati in un ampio ventaglio di patologie del sistema muscoloscheletrico.
Muscoloscheletrico - Ulteriori approfondimenti: